Visto da un amico

 

Monsignor Emilio Patriarca nasce il 10 luglio 1937 da genitori profondamente cristiani e si forma nella parrocchia di Biumo Inferiore.

Il mio primo incontro con lui, e lo ricordo con commozione, si ricollega al momento nel quale mi si è presentato ragazzo per entrare negli Scouts dell’Asci nel reparto San Giorgio di Varese. Vi ha fatto un cammino cristiano serio all’insegna, soprattutto, del servizio: dapprima come caposquadriglia e, qualche anno dopo, fondando un “Branco” di Lupetti che chiamò delle “Ripide Rocce”.

Consegue intanto il diploma di Ragioniere, anche se i suoi amici di quegli anni lo ricordano più facilmente mentre arrampica con grande maestria sulle rocce del Campo dei Fiori o è protagonista sui campi di calcio o, ancora, è generosamente impegnato in molteplici discipline dell’atletica leggera.

Tutte queste attività contribuiscono, ognuna a suo modo, alla costruzione di una robusta e unitaria personalità cristiana.

E’ quindi comprensibile che Emilio venga pressoché mitizzato dai ragazzi cui generosamente si dona e dai loro genitori, e che nessuno si meravigli quando va a bussare alle porte del Seminario che il Rettore di allora, il futuro Cardinale Colombo, gli presenta come l’ambiente più adatto per meglio discernere circa la chiamata del Signore che Emilio già intuisce come orientata alle Missioni.

Dopo l’ordinazione sacerdotale nel 1962 lo ricordo come collega nel Seminario Diocesano dove insegna per qualche anno alle Medie.

Nel 1967 l’aspirazione che lo ha portato in Seminario diventa realtà perché l’Arcivescovo Colombo lo invia  nella Missione Ambrosiana in Zambia, dove dà vita alla prima comunità cristiana di Lusitu (nei pressi della diga di Kariba).  Ancora oggi  don Emilio parla di Lusitu con toni da innamorato e non esita a definirlo “il suo primo grande amore”.

Trascorsi gli anni “canonici” di permanenza nella Missione Ambrosiana rientra in Italia e lo ricordo affettuosamente stretto  al papà Alfonso provato dalla solitudine dopo la morte della mamma Rina. Viene subito impegnato nell’attività  pastorale diocesana dapprima nella Parrocchia di Sant’Anna a Milano, poi,  con un incarico di grande fiducia e responsabilità, quale Direttore Spirituale per otto anni degli alunni del primo biennio teologico in Seminario e infine Parroco della Parrocchia di Maria Ausiliatrice a San Giuliano Milanese.

Nel 1994 viene nuovamente inviato in Africa dove ancora una volta si rivela capace di “dimenticar-si”: sa cioè dimenticare sé stesso (gli amici sorrideranno perché don Emilio sa anche dimenticare le sue cose!) per darsi agli altri, soprattutto se poveri e piccoli. L’ultimo ministero, prima di diventare Vescovo, è stato quello, amorosamente ricercato, di essere coadiutore di un prete zambiano: la Provvidenza lo affida a un Parroco, Padre Steven Siame, che don Emilio aveva condotto personalmente alla fede  e al sacerdozio. Non la dice lunga questa scelta?.

 

                                                                                                                     don Elia