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Consiglio affari economici

Il rilievo dei beni economici nella Chiesa
Ogni parrocchia in modo più o meno sufficiente, ha a disposizione delle strutture e delle risorse, provenienti per la maggior parte dalle libere offerte dei fedeli. Tale strutture e risorse trovano senso solo se destinate alle finalità per le quali la Chiesa utilizza i beni temporali, che "sono principalmente:
a) provvedere alle necessità del culto divino;
b) fare opera di evangelizzazione, con particolare attenzione all'educazione cristiana di giovani e adulti, alla cooperazione missionaria e alla promozione culturale;
c) realizzare opere di carità, specialmente a servizio dei poveri;
d) provvedere all'onesto sostentamento del clero e degli altri ministri;
e) promuovere forme di solidarietà tra comunità ecclesiali, all'interno della Chiesa cattolica e con le altre Chiese cristiane" (cost. 323).
I beni economici sono, pertanto, ecclesialmente importanti. Non sono una realtà neutra rispetto alla vita della comunità e alle sue scelte pastorali, ma strumenti da utilizzare con grande discernimento, verificando continuamente la fedeltà al Vangelo.
Solo la convinzione della rilevanza e insieme della delicatezza di tutto l'ambito dei beni può portare una parrocchia a dare il giusto rilievo al consiglio per gli affari economici e alle responsabilità che il Sinodo affida al consiglio pastorale a tale riguardo.
Il Capitolo 18 del Libro sinodale, in particolare le costt. 343-351 dedicate all'amministrazione dei beni della parrocchia, devono costituite punto di riferimento per ogni parrocchia ed essere oggetto di studio per i consigli per gli affari economici. Vista la complessità e la specificità delle norme canoniche, concordatarie, civili e fiscali riguardanti le parrocchie, particolare disponibilità va data alla partecipazione alle iniziative di formazione e di aggiornamento che vengono proposte dagli organismi competenti, secondo quanto richiesto dalla cost. 348.
Responsabilità comuni dei due consigli parrocchiali in materia economica
Una novità presentata dal Sinodo 47° è la sottolineatura del fatto che anche il consiglio pastorale ha delle responsabilità in materia di beni economici e la conseguente delineazione dei suoi rapporti con il consiglio per gli affari economici.
A distanza di dieci anni da queste indicazioni si deve tuttavia ravvisare la persistenza di una certa difficoltà nell'articolare adeguatamente l'attività dei due consigli e risulta pertanto opportuno richiamare e sottolineare le indicazioni chiaramente espresse nel § 2 della cost. 148:
"Tra il consiglio pastorale e il consiglio per gli affari economici vanno mantenuti stretti rapporti. In particolare:
a) un terzo dei suoi membri viene nominato su indicazione del consiglio pastorale, mentre gli altri due terzi vengono nominati direttamente dal parroco, sentiti gli altri presbiteri addetti alla parrocchia;
b) in generale l'opera del consiglio per gli affari economici deve iscriversi negli orientamenti tracciati dal consiglio pastorale, al quale renderà conto mediante una relazione annuale sul bilancio;
c) le scelte di natura economica che hanno un forte rilievo pastorale, la saggia determinazione di quali beni siano necessari alla vita futura della comunità, la decisione di alienare alcuni beni che fossero di aggravio per la loro gestione, esigono di acquisire un parere previo del consiglio pastorale parrocchiale".
Il consiglio per gli affari economici della parrocchia ha i seguenti compiti:
a. coadiuvare il parroco nel predisporre il bilancio preventivo dell'amministrazione ordinaria e straordinaria della parrocchia, elencando le voci di spesa prevedibili per i vari settori di attività e individuando i relativi mezzi di copertura;
b. stabilire, in accordo con il consiglio pastorale, quale quota percentuale delle entrate ordinarie del bilancio della parrocchia vada destinata ad attività caritative, oltre a quanto viene raccolto per iniziative straordinarie (cf. cost. 331);
c. approvare alla fine di ciascun esercizio, previo esame dei libri contabili e della relativa documentazione, il rendiconto consuntivo generale e dei vari settori di attività; il parere del consiglio va allegato alla presentazione del rendiconto da parte del parroco all'Ordinario (cf. cost. 346, § 3; in caso di parere totalmente positivo può essere sufficiente la firma dei consiglieri per approvazione);
d. rendere conto al consiglio pastorale della situazione economica della parrocchia "mediante una relazione annuale sul bilancio" (cost. 148, § 2, lett. b);
e. verificare periodicamente la corretta attuazione delle previsioni di bilancio;
f. esprimere il parere sugli atti di straordinaria amministrazione; tale parere dovrà essere allegato alle domande di autorizzazione presentate all'Ordinario (cf. cost. 346, § 3);
g. curare l'aggiornamento annuale dello stato patrimoniale della parrocchia, il deposito dei relativi atti e documenti presso la Curia diocesana (can. 1284, § 2, n. 9) e l'ordinata archiviazione delle copie negli uffici parrocchiali;
h. consigliare il parroco in ordine all'opportunità della designazione di un economo parrocchiale e, nel caso, fornire adeguati suggerimenti sulle caratteristiche e sulle competenze da attribuire allo stesso: la scelta di designare l'economo, con la proposta del nominativo, andrà poi assunta dal parroco, che presenterà richiesta in tal senso all'Ordinario diocesano e si atterrà alle sue indicazioni.
i. collaborare con il parroco nell'attuazione di tutte le altre normative e indicazioni circa i beni economici della parrocchia, contenute nella normativa canonica (come precisata nel Capitolo 18 del Sinodo 47°), concordataria e civile;
l. mantenere il debito contatto con le attività promosse dal Servizio diocesano per la promozione del sostengo economico alla Chiesa, incaricando in particolare un componente di seguire questo ambito.
dal direttorio per i consigli parrocchiali
- Bonomi dr. Luigi
- Bosoni Anna
- Brusa Gianluigi
- Donnini mons. Gilberto
- Iemoli dr. Luigi
- Lissoni dr. Rino
- Lolli rag. Sergio
- Molinari Ambrogio
- Mombelli dr. Luigi
- Ponzellini dr. Stefano
- Tessarolo dr. Adalberto